L’Antigruppo, a suo tempo, al primo sorgere, ha rivelato i sintomi di un valore situazionale, nel suo porsi accanto o contro un establishement evidentemente deteriorato. Poi ha fallito, a mio avviso, nel suo tentativo di contestualizzazione, chiamando a raccolta i poeti decentrati (come sta fallendo attualmente la politica culturale del decentramento, che mette assieme povere cose senza un respiro internazionale).
Inoltre il richiamo insistente ai contenuti ideologici ha spesso restaurato il neorealismo, con i suoi limiti, costituiti dalla mistificazione preformata della realtà, dalle etichette contrabbandate sotto gli aspetti della più corretta ideologia.
Solo Nat Scammacca, mi sembra, sollevandosi al di sopra di una situazione prettamente italiana, e recuperando i collegamenti coi nuovi poeti, sia scozzesi sia nord-americani, ha saputo immettersi in una protesta internazionale, immaginando, ed inventando, così un Terzo Mondo Poetico, spesso non corrispondente al Terzo Mondo reale, ma pur sempre vivo, neo-romantico, emergente dal magma saputo del didatticismo e del neorealismo di turno.
LUCIANO CHERCHI